Ode
a Caio Alfonso Terebinto

Cantami,
o Diva,
le
gloriose gesta
del
Caio Alfonso Terebinto
che
infinite gioie addusse
alle
Genti, e con generosa alma d'eroe
mai
abbandonò al bisogno estremo
coloro
che fiduciosi rivolsero a lui sguardo e supplica,
così
di Giove l'alto consiglio s'adempìa.
Da
quando, primamente
timido
studente modello
s'innamorava
di dolci fanciulle,
il
guardo languido posando
su
seni dorati dal sol di Follonica,
giunse
ad aspra contesa fra
“Studio
Lavoro o Amo?”
Tutto!!!
Ei decise..e non fu male.
I
Numi amici suoi, il figlio di Latona e Giove
in
man le bende aveano,
e
l'aureo scettro dell'arciere Apollo:
pronti
a incoronar siffatta mente
E
furono Assicurazioni, pochi spicci, si sa..
Ma
l'intrepido, avvolto
da
cotal fortuna e ispirata saggezza
non
cedette in campo.
Continuò
gli studi e approfondì
e
mutò raggio d'azione,
funzionario
ei fu, pure docente alla Normale...
intanto
che l'Amor in cuor suo fremeva:
scelse
dolce compagna che in vita sua lo amò per sempre
(anche se voleva
seppellire la cacciagione, ma queste son tenerezze).
Destò
quell'Amor nel campo della vita
un
felice ardore che raddoppiò l'ingegno:
e
venne la figlia Saggia e poi la Selvaggia
che
in coraggiosi istanti d'amor ei concepì:
karisma
aveva in “quel” tempo lieto …
Si
dilettò in collezioni di monete antiche
e
la gente sua gioiva.
Nel
mezzo del cammino l'alma sua un richiamo udì:
la
terra di campagna degli Avi suoi...
TUTTA!
fuorchè il vigneto...(colpa d'Atride
che
fece a Crise sacerdote oltraggio?)
Allora
furon pere, zucche, biete e olive
e
quant'altro ancora fosse commestibile
e
d'olio nuovo inondò la vita sua.
Trascorse
infinite notti a marmellatare,
intanto
che la chat friguellava..
perché
la Vita gli Dei rinnovano a color
che
d'ingegno s' astutano...
Dispensava
parole buone e sagge, sorrisi arguti
non
mancando l'ironia come sale alla vita sua e altrui.
Fece
del bene dall'alto del suo potere,
riconoscenza
ottenne, ma non approfittò..
Solo
n'angustia: le sigarette: troppe.
La
bilancia no: quella è più facile da evitare.
La
Vita corse mutevole in ogni lato,
ed
egli tutto seppe amministrare.
Al
fine arrivò alla spiaggia e le navi erano pronte a salpare
Ad
attenderlo i Numi, Minerva, Giove e Apollo
Lui
in man le bende avea, moltiplicate e lustre di rinnovato ardore
e
l'aureo scettro dell'arciere Apollo:
e
le Genti tutte acclamando.
“O
Amici, ei disse, o coturnati chatter,
Grato
al tempo trascorso con voi
e
soddisfatto al patrio suol rinnovo la Vita.
Deh!
mi sciogliete dall'antico impegno,
ricevetene
il prezzo, ed io la meritata pensione”
Alle
parole tutti acclamar:
doversi
Caio Alfonso Terebinto riverire,
e
accettar le ricche offerte.
Poi...
Taciturno
e commosso incamminossi
del
risonante mar lungo la riva;
e
in disparte venuto, al santo Apollo
di
Latona figliuol, fe' questo prego in cuor suo:
“Dio
dall'arco d'argento
Proteggi
ancor la vita mia, dell'amata compagna e delle adorate figlie
non
ci sfiori malanno alcuno
vecchiezza
ci colga all'opra delle spole intenti,
e
più tardi possibile ci colga la fine nella magion nostra
in
parte assunta nel regal mio letto. ”
Piantossi
delle navi al cospetto: indi uno strale
liberò
dalla corda, salpò, tacque, e s'assise.
Ma...nel
cuore suo impavido
nuova
speme fremendo ardea già:
“Fatti
non foste per viver come bruti
ma
per seguir virtute e canoscenza!”
GRAAANDE
Caio Alfonso Terebinto DE NOIANTRIII !!!
un
abbraccio e un bacio a schiocco.
Tutt'insiemeappassionatamente,
tuoi!!!